Boris Johnson trionfa: «E ora Brexit»
I conservatori del premier Boris Johnson in netto vantaggio con 364 seggi contro i 202 del Labour. Corbyn: «Non sarò leader Labour nelle prossime elezioni». Trump: «fantastica VITTORIA»
I conservatori del premier Boris Johnson in netto vantaggio con 364 seggi contro i 202 del Labour. Corbyn: «Non sarò leader Labour nelle prossime elezioni». Trump: «fantastica VITTORIA»
Gli ultimi sondaggi segnalano una contrazione delle intenzioni di voto per i conservatori e una ripresa del partito Laburista, ma tutto fa prevedere una vittoria dei Tories del premier uscente
L'attore fa campagna a favore del voto «tattico» mirato a impedire la formazione di una maggioranza conservatrice che porti in tutta fretta il Regno Unito fuori dall'UE
Ieri sera è arrivato un sondaggio YouGov a confermare l'avanzata dei Tories. Accredita al partito del Premier la maggioranza dei seggi, con 359 dei 650 (contro i 317 del 2017)
Conservatori in testa con il 47% o il 41%. Laboristi fermi al 28%. Intanto Jeremy Corbyn ha dichiarato l'intenzione di rimanere neutrale in caso di un nuovo referendum sulla Brexit
Il sondaggio-lampo realizzato da YouGov al termine del confronto tra i leader del partito conservatore e laburista ha indicato un 51% a favore di Johnson contro il 49% per Corbyn
Il Premier: «Non si possono lanciare anatemi su tutti coloro che provengono da un determinato Paese». Intanto Corbyn promette internet gratis entro il 2030
Per il Premier britannico, la vittoria dei Tory alle elezioni darà un «futuro prospero» al Paese. Polemiche per blocco rapporto su donatori russi dei Tories
Il Regno Unito è una «supercar bloccata nel traffico» dalla Brexit. «Se riusciremo a fare la Brexit, ci saranno centinaia di miliardi di investimenti»
Ma il DUP e i partiti di opposizione hanno intenzione di votare contro. Il che significa che deve convincere i ribelli laburisti, ex Tory e Brexiteers
Boris Johnson: «La mia Brexit o il voto». L'ultimo avvertimento ai Tory «ribelli». Laburisti: «Pronti al voto, ma i termini non li decide il Premier»
L'atteso discorso del Premier britannico ha dunque avuto la sua conclusione più scontata. Dilaniata da divisioni interne al suo partito conservatore Theresa May ha scelto di uscire di scena
Il Labour che doveva essere cancellato vince e riduce a silenzio i teorici della terza via. Il voto della working class testimonia la volontà sempre più ampia di superare l'egemonia dell'economia finanziaria
Il risultato delle elezioni inglesi porta con sé 5 conseguenze sul piano politico, in un periodo particolarmente delicato perché è quello che condurrà il Regno Unito fuori dall'Ue
Il nuovo governo che si appresta a formare la premier britannica Theresa May con gli unionisti nordirlandesi del Dup, dopo aver perso la maggioranza parlamentare alle elezioni, guiderà il Paese fuori dall'Unione europea
Ci sono due anni per negoziare le innumerevoli complessità dell'uscita dall'Unione europea. Sia conservatori che laburisti sono d'accordo che la Brexit debba avvenire. Ma come?
Il leader laburista Jeremy Corbyn si è rivolto ai propri sostenitori dopo la forte affermazione ottenuta dal suo partito alle elezioni politiche britanniche, e ha chiesto le dimissioni di Theresa May
Dopo la debacle elettorale, la premier Theresa May ha chiarito di non voler lasciare Downing Street e di essere pronta a garantire stabilità al Paese in vista dei negoziati sulla Brexit
Pessime notizie per la premier Theresa May, che aveva indetto le elezioni proprio per ottenere un mandato forte per portare avanti i negoziati sulla Brexit con l'Ue. E che invece si ritrova oggi a non avere più la maggioranza
L'esito delle prime elezioni (anticipate) post-Brexit, seppur non definitivo, appare piuttosto chiaro: gli exit poll danno in vantaggio i conservatori, sì, ma Theresa May non avrebbe la maggioranza assoluta
Con un calcolo pragmatico la leader dei conservatori ha puntato a trasformare il dominio Tory nei sondaggi in una maggioranza altrettanto solida in Parlamento, dove il partito aveva un vantaggio di soli 17 seggi su 650. Ci riuscirà?
Un ultimo sondaggio sulle elezioni britanniche del prossimo 8 giugno pubblicato oggi dal Times suggerisce che i conservatori della premier Theresa May potrebbero non raggiungere la maggioranza assoluta
L'annuncio a sorpresa del Primo ministro britannico Theresa May delle elezioni anticipate giunge in un momento in cui il Paese si trova ad affrontare una serie di sfide tutte legate a doppio filo alla Brexit
Per convalidare la convocazione dello scrutinio, la Primo ministro deve ottenere l'avallo dei due terzi del Parlamento. L'opposizione laburista ha in teoria il potere di bloccare l'iniziativa, ma il suo leader Jeremy Corbyn ha immediatamente «accolto favorevolmente» l'annuncio.
La premier britannica Theresa May ha annunciato la convocazione di elezioni anticipate il prossimo 8 giugno, per ottenere un mandato forte in vista dei difficili negoziati con Bruxelles sulla Brexit
Ultimi in ordine di tempo ma non di importanza sono il sindaco di Londra, Sadiq Khan, e la leader dei laburisti scozzesi, Kezia Dugdale: il loro messaggio è sostanzialmente il medesimo, ovvero l'impossibilità per Corbyn di vincere le prossime politiche, quale che sia il sostegno della base del partito.
In Gran Bretagna sarà una donna a guidare il partito conservatore e il Paese fuori dall'Europa. A sfidarsi saranno la ministra degli Interni Theresa May e la sottosegretaria all'Energia Andrea Leadsom
L'affondo del presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, non si è fatto attendere dopo le dimissioni a sorpresa di Nigel Farage e la "congiura" contro Boris Johnson
La ministra dell'interno britannica Theresa May si è ufficialmente candidata alla successione di David Cameron, dimissionario dopo il referendum che ha sancito la volontà del popolo britannico di uscire dall'Europa. Sfiderà Gove mentre Johson getta la spugna.
Dopo la coltellata giunta dal suo ex alleato Michael Gove, che lo ha brutalmente scaricato, Boris Johnson, capofila dei Brexiteers, rinuncia alla corsa per la leadership dei Tories
Politici, imprenditori, leader religiosi e rock star: tutti hanno detto la loro sul referendum sull'uscita della Gran Bretagna dalla Ue di giovedì prossimo. Qui facciamo qualche esempio
Sulla lacerante campagna per il referendum britannico sulla Brexit è piombata la tragedia: una deputata laburista è stata uccisa per strada in pieno giorno a una settimana dal voto cruciale
Gli ultimi sondaggi diffusi dai media inglesi parlano di una decisa ascesa del fronte del pro-Brexit. Che sta conducendo una campagna sempre più convincente
Tutto quello che dobbiamo sapere del referendum che sta turbando i sonni di Bruxelles
A una ventina di giorni dal referendum sulla Brexit, le rilevazioni pubblicate dal Guardian danno il fronte anti-Ue in sorpasso su chi vuole rimanere in Europa
Il premier britannico David Cameron ha dichiarato che, se la Gran Bretagna uscisse dall'Ue, sarebbe a rischio la pace e la stabilità godute dall'Europa dopo le guerre mondiali
Secondo un sondaggio agli inglesi piace abbastanza ma non è abbastanza forte per ridare forza e potere ai Labour. Nonostante questo, il 63enne deputato della sinistra britannica è dato per favorito alle primarie del partito
Un piano che ha immediatamente innescato dure proteste da parte di diversi leader sindacali e dell'opposizione, che vi vedono «una vendetta politica» da parte dell'esecutivo conservatore guidato da David Cameron, uscito rafforzato dalle recenti elezioni
Secondo fonti confidenziali del The Independent on Sunday, la data del referendum sul Brexit sarebbe giugno 2016. Cameron sarebbe fiducioso di poter ottenere buone condizioni da Bruxelles, scongiurando l'uscita dall'Ue - contro cui si è espresso anche Obama -. Ma i britannici saranno d'accordo con loro?
Dovevano essere le elezioni più incerte della storia britannica; invece, il primo ministro uscente David Cameron ha sfondato la maggioranza assoluta. Una conferma basata sì sui dati economici, ma anche su un programma preciso: un referendum per decidere la permanenza nell'Ue, e una strategia molto prudente sull'immigrazione.
Dopo una campagna condotta con sagacia al grido di «Odio la Thatcher», la leader del Partito nazionalista scozzese (Snp) Nicola Sturgeon rischia di mettere a segno un doppio colpo alle legislative di giovedì; buttando prima i laburisti fuori dalla Scozia per poi aiutarli a sfilare la poltrona di Downing Street a David Cameron.
Il Premier uscente, ancora testa a a testa con il leader laburista Ed Miliband nei sondaggi per il voto politico del 7 maggio, ha promesso 30 ore settimanali di assistenza gratuita all'infanzia per le famiglie di lavoratori e la detassazione del salario minimo. Misure che mirano a dimostrare come quello conservatore non sia «il partito dei ricchi»
L'ex leader, che ha occupato il numero 10 di Downing Street dal 1997 al 2007, in particolare metterà l'accento sui pericoli che un «Brexit» (British Exit) rappresenterebbe per l'economia britannica.
Il dato fondamentale nei sondaggi è che nessuno dei due principali partiti è in grado di ottenere la maggioranza assoluta di 326 deputati alla Camera dei Comuni. L'UKIP terza forza del paese.
Le politiche che si svolgeranno tra cinque settimane sono considerate tra le più incerte degli ultimi decenni tanto che i sondaggi non hanno rilevato un partito in grado di conquistare la maggioranza assoluta nella House of Commons, la Camera dei Comuni, aprendo la prospettiva di un altro governo di coalizione o di un governo di minoranza.
Ha preso il via ufficialmente oggi la campagna elettorale nel Regno Unito per le legislative del 7 maggio, uno scrutinio che si annuncia fra i più imprevedibili della storia del Paese dove, conservatori e laburisti, testa a testa nei sondaggi.
Il video lo mostra in procinto di proporre a presunti donatori «l'accesso» al primo ministro britannico David Cameron in cambio di 250.000 sterline
Il testo, firmato dal deputato conservatore Philip Hollobone, non ha neanche raggiunto la fase della seconda lettura nel corso della giornata di oggi dedicata dai Comuni all'esame delle proposte dei suoi membri
Nel film, Thatcher, oggi 86 anni e rare apparizioni in pubblico, è ritratta come una vecchia donna fragile, a volte confusa, che guarda alla sua passata carriera accompagnata dal fantasma del marito Denis
I loro redditi caleranno del 5% (1.700 euro) nel 2015. Lo studio afferma che da qui al 2015-2016 mezzo milione di bambini finiranno nella fascia di povertà, e di questi circa 300.000 sono quelli delle famiglie dove i bimbi hanno meno di 5 anni