28 marzo 2024
Aggiornato 13:30
Il presidente ucraino ha chiesto aiuto a Usa e Ue

Ucraina, Poroshenko rivuole la Crimea

Il presidente ucraino, Petro Poroshenko, vuole il sostegno di Unione Europea e Stati Uniti per ottenere il ritorno della Crimea sotto il controllo di Kiev. Il presidente ucraino ha inoltre promesso di riconquistare nel 2016 la sovranità sull'Est separatista

Amministrative Ucraina 2015

Poroshenko tiene Kiev ma le grandi città lo abbandonano

I risultati consolidano il quadro emerso tre settimane fa, con il partito del presidente Petro Poroshenko che rimane il primo a livello nazionale, ma molto meno saldo, come tutte le formazioni governative di fronte al ritorno dell'opposizione. Forte invece la dissaffezione degli elettori: nella capitale solo uno su quattro si è recato alle urne.

Ucraina ai ballottaggi nelle grandi città

A Poroshenko resta solo Kiev

Il primo turno delle elezioni locali del 25 ottobre ha rilanciato i partiti d'opposizione e dai ballottaggi di domenica 15 novembre è attesa in sostanza la conferma che la popolarità del capo di stato ucraino è in discesa e fra i maggiori centri solo la capitale Kiev rimarrà sotto il controllo presidenziale.

Dopo la disputa sui prezzi

Gazprom ha ripreso le forniture di gas all'Ucraina

Dopo il versamento da parte di Naftogaz Ukrainy di un anticipo di 234 milioni di dollari sui 500 milioni promessi per ottobre. Lo ha annunciato il numero uno del colosso del gas pubblico russo Alexei Miller. La Russia fornisce circa un terzo del gas europeo e circa la metà transita dall'Ucraina

Lo ammette clamorosamente anche il Washington Post

Putin ha vinto la sua guerra

Diciotto mesi fa, l'Occidente si aspettava di veder rovinare Vladimir Putin sotto i colpi delle sanzioni e i contraccolpi della crisi ucraina. Oggi, lo ammette anche il Washington Post, il tempo lo incorona vincitore. Ma a svettare è anche il suo isolato decisionismo contro l'Is in Siria

Violenze ultimi giorni mostrano seri rischi per stabilità Paese

Ucraina nel caos a un anno da Minsk

Un anno fa, il 5 settembre 2014, veniva firmato il primo accordo di Minsk, in cui il governo di Kiev e i separatisti filorussi si impegnavano per l'immediato cessate il fuoco nel Donbass e stabilivano a grandi linee la prima road map per il processo di pacificazione e il dialogo nazionale tra il potere centro e la periferia irrequieta