Calderoli condannato per gli insulti a Cecile Kyenge
Si è chiuso il processo a carico del senatore della Lega, finito sul banco degli imputati per aver definito «un orango» l’ex ministro del governo Letta durante un comizio del 2013
Si è chiuso il processo a carico del senatore della Lega, finito sul banco degli imputati per aver definito «un orango» l’ex ministro del governo Letta durante un comizio del 2013
L'europarlamentare del Partito democratico ha cantato intonatissima al karaoke di Radio Rock la celebre canzone di Vasco Rossi dedicandola a tutti gli immigrati
La fondazione del magnate ungherese George Soros, la Open Society, ha pubblicato un file contenente i nomi di alcuni suoi fedeli alleati che siedono al Parlamento europeo. E tra questi europarlamentari ci sono anche degli italiani piuttosto noti
Per le dichiarazioni oltraggiose rivolte dal parlamentare leghista nei confronti dell'allora Ministro, in occasione di un comizio a Treviglio. L'aula ha invece respinto l'autorizzazione per l'ipotesi di reato di istigazione all'odio razziale, invocando l'insindacabilità delle dichiarazioni di Calderoli in quanto opinioni espresse da un parlamentare nell'esercizio delle sue funzioni.
Molte critiche sono piovute sulla decisione della giunta del Senato di considerare «insindacabili» le parole di Roberto Calderoli, che, nel luglio 2013, aveva paragonato Cecyle Kyenge a un orango. «Se una persona che rappresenta le istituzioni può insultare chiunque mi chiedo: chi protegge i deboli in questo Paese?», commenta la diretta interessata. E anche il M5S s'indigna.
Il vicepresidente del Senato: «Il Gip ha, a tempo di record, accolto la richiesta del Pm e fissato l'udienza. Auspico la medesima solerzia ed efficienza anche per la risoluzione del caso di Yara Gambirasio»
La ministra contestata ieri ad una festa del Pd a Cervia. L'autore del lancio delle banane, che sono finiti sulle prime due file degli spettatori, non è stato ancora identificato
Condannata per un post in cui istigava alla violenza sessuale contro la ministra per l'Integrazione («Ma nessuno che la stupri?», aveva scritto). «Mollate la Valandro con venti negri», ha ribattuto su Fb il consigliere comunale di Sel di Cavarzere (Ve), Angelo Romano Garbin, facendo scoppiare un nuovo caso e provocando la richiesta di sue dimissioni da parte degli esponenti della Lega
Condanna da parte del tribunale di Padova per Dolores Valandro, la consigliera di quartiere di Padova, imputata di istigazione a commettere atti di violenza sessuale per motivi razziali per le sue frasi contro il ministro Kyenge
Lo ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta a Londra rispondendo a una domanda sul caso del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli e dei suoi commenti sul ministro Kyenge
Il leader del MoVimento 5 Stelle: «L'indignazione verso Calderoli è giusta. La sua battuta razzista verso un ministro di origini congolesi è da condannare. Calderoli però non è vice presidente del Senato per caso, lo hanno voluto lì Pdl e Pdmenoelle e Capitan Findus Letta»
Il vicepresidente del Senato, del quale ieri Pd, Sel e Scelta civica avevano chiesto le dimissioni, ha ammesso il suo «disagio e imbarazzo» e ha riconosciuto di aver rilasciato «dichiarazioni sbagliate e offensive». Il Premier Letta: «Solo se Calderoli si dimette si risolve problema»
Intimare al presidente della Repubblica di tacere non è offensivo: lo ha rivendicato, ai microfoni di Sky Tg24, Matteo Salvini, eurodeputato della Lega nord: «Invece che per la battuta di Calderoli, s'indigni per il lavoro»
Il Segretario della Lega Lombarda su Facebook: «Si indigna per Calderoli, ma quando la Fornero rovinò i pensionati?»
Dopo mesi di insulti, a paragonare il ministro dell'Integrazione ad un orango è stato il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli. E Cecile Kyenge ha deciso di replicare. «Non mi rivolgo alla persona, ma alla carica istituzionale che ricopre, per invitarlo a fare una riflessione profonda»
La leghista: «Non sono violenta ne' razzista. Io nella sede cittadina di Padova ho accolto addirittra persone del Congo. Non è questione di razzismo, ma di rispetto delle regole»