29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Crisi economica

Berlusconi: «Non cresciamo per colpa dell'eredità del passato»

Il Premier in conferenza stampa a palazzo Chigi: «Giustizia, P.A., energia e infrastrutture pesano sulla crescita»

ROMA - La causa della crescita dell'Italia, inferiore a quella dei Paesi concorrenti, è da ricercare nelle «eredità del passato»: debito pubblico, gap infrastrutturale, costo dell'energia, lentezza «inaccettabile» della giustizia, burocrazia «pletorica e inefficiente». Il premier Silvio Berlusconi replica così agli articoli «di validi opinionisti che lamentano che l'Italia è cresciuta dell'1,1%, facendo il paragone con la Francia che è cresciuta dell'1,5%».

In conferenza stampa a palazzo Chigi, Berlusconi dice: «Vorrei ricordare a tutti che abbiamo una situazione ereditata dal passato con il debito pubblico più elevato del mondo», che «ci costa 5 punti di Pil ogni anno» per gli interessi passivi, «facendo mancare i soldi per le infrastrutture». A questo si aggiungono «gli ecologisti di sinistra» e così «l'Italia ha il 50% per meno delle infrastrutture dei suoi concorrenti». Una situazione che «non si risolve con la bacchetta magica». E poi c'è il costo dell'energia, «il 30-50% in più rispetto ad altri Paesi» come la Francia: «Dobbiamo tornare al nucleare, abbiamo fatti accordi importanti ma è un discorso lungo»: Tra le cause della scarsa crescita, Berlusconi elenca anche «i tempi inverosimili e inaccettabili della giustizia penale e civile», e una Pubblica Amministrazione «pletorica e inefficiente: stiamo intervenendo anche su questo con l'ottimo Brunetta, ma ci scontriamo con i sindacati che vogliono mantenere tutti i privilegi degli impiegati pubblici».

Tutti elementi che «devono essere considerati quando paragoniamo l'Italia ad altri Paesi». Cui si aggiunge «la sofferenza che prova un imprenditore come me, abituato a svegliarsi la mattina e a prendere decisioni, nel lavorare in un sistema che visto da dentro è molto peggiore di quello che appare da fuori».