20 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Legambiente regala una copia del Rapporto Ecomafia 2008 al sindaco di Salemi

Legambiente a Sgarbi su eolico e mafia in Sicilia

Vittorio Sgarbi: “un piccolo esempio del nostro contributo contro la criminalità organizzata”

ROMA - «Sperando di fare cosa gradita, Le facciamo dono di una copia dell’ultima edizione del Rapporto Ecomafia. All’interno, se avrà voglia e tempo di leggerlo, troverà una piccola dimostrazione della robusta iniziativa contro la criminalità organizzata praticata da Legambiente, dai nostri circoli, dai nostri volontari, da tutti coloro che in questi anni hanno combattuto la cosiddetta «ecomafia», un neologismo che, è bene ricordare, fu coniato proprio dalla nostra associazione ben quindici anni fa».

Così Vittorio Cogliati Dezza e Domenico Fontana, rispettivamente presidente nazionale e regionale Sicilia di Legambiente, hanno scritto al sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi, per rispondere, senza acrimonia ma con serietà, alle accuse di «sottovalutazione» della presenza di criminalità organizzata nel business dei parchi eolici e, di conseguenza, a quella ancora più grave di complicità oggettiva con la mafia» in relazione alle dichiarazioni rilasciate da Legambiente a favore della diffusione di impianti eolici per la produzione di energia da fonte rinnovabile in Sicilia.

«Nel libro - continua la lettera - Le segnaliamo, fra l’altro, un paragrafo dedicato proprio agli affari della malavita organizzata (mafia e non solo) nel business degli impianti eolici, un settore, come tutti i settori economicamente rilevanti, oggetto di attenzioni da parte degli «amici degli amici». Le anticipiamo inoltre un paragrafo aggiornato con le ultime inchieste sull’argomento anche sulla prossima edizione del Rapporto Ecomafia, in corso di pubblicazione».

«Quello che ci appare insopportabile - concludono Cogliati Dezza e Fontana – è la strumentalizzazione della bandiera della lotta alla mafia utilizzata per la crociata contro le pale eoliche: non è pensabile che solo chi si schiera contro i parchi eolici sia da annoverare sotto le bandiere dell’antimafia e chi, al contrario, è favorevole a uno sviluppo nella legalità di questa fonte di energia rinnovabile si veda equiparato a complice del malaffare».