18 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Civati al Pd: «Riflettiamo»

Ici Vaticano, protesta sul web. Bindi-Casini: «L'esenzione non si tocca»

Il leader Udc e la presidente del Pd: «Presenza importante per la società». Sul sito del Partito Democratico, commenti arrabbiati degli utenti

ROMA - L'esenzione fiscale di cui gode il Vaticano per i suoi immobili non si tocca. Parola di Pier Ferdinando Casini e Rosi Bindi, uniti nel dire no all'introduzione di Ici e Ires anche per i beni ecclesiastici. Il leader dell'Udc e la presidente dell'assemblea del Pd ne parlano a Sky Tg24.
«C'è chi ritiene che la chiesa sia un impiccio per la società, chi invece ritiene che sia un grande elemento di aiuto e ricchezza, capace di prove straordinarie di solidarietà», dice Casini. «Non si può fare la contabilità della chiesa con criteri che non tengono presente questa grande missione sociale», aggiunge.

Dal canto suo, Bindi chiarisce che il Pd non appoggerà gli emendamenti dei Radicali alla manovra, in cui si chiede la fine delle esenzioni fiscali per la Chiesa. «No - dice - io credo come Casini che la chiesa sia una grande ricchezza per la società italiana, le opere di carità della chiesa sono ancora più importanti per la crisi economica che sta mordendo le famiglie, il lavoro, i giovani». La deputata Democratica aggiunge poi che l'esenzione dal pagamento dell'Ici per gli immobili della Chiesa «è collegato alle finalità per cui sono destinati. Questo è il criterio che bisogna continuare ad applicare: non sono beni che non abbiano un valore per la società italiana. Penso che la comunità cristiana e la chiesa tutta saranno disponibili a fare la propria parte per il paese».

Ici Vaticano, protesta sul web. Civati al Pd: «Riflettiamo» - Mentre, alla vigilia della discussione parlamentare sulla manovra, monta sul web la protesta contro l'esenzione fiscale sugli immobili della Chiesa, con migliaia di utenti che partecipano a gruppi (su Facebook, «Vaticano pagaci tu la manovra finanziaria» ha superato i 30mila iscritti e cresce di minuto in minuto, e ce ne sono anche altri) e firmano petizioni online («Ici applicata a tutti i beni immobili del Vaticano presenti sul territorio italiano«), la questione stenta a decollare nel dibattito tra le forze politiche presenti in Parlamento. «Eppure ora il tema non è da accademia: c'è una necessità», dice Pippo Civati, rottamatore del Pd che due giorni fa sul suo blog si è espresso senza equivoci: «Ma perché la Chiesa non fa opera di carità e misericordia rinunciando alle esenzioni fiscali sugli immobili per alleviare le sofferenze dei credenti?». Una «riflessione che anche il Pd dovrebbe affrontare», è l'invito di Civati. Tanto più che sul sito del partito, sotto il testo del contro-piano Democratico sulla crisi, ci sono già diversi commenti che notano l'assenza della «proposta di 'far pagare le tasse anche alla Chiesa' (il più grande immobiliarista italiano)», si legge.
«Nel momento in cui a tutti si chiede uno sforzo considerevole per fare sacrifici, termine tra l'altro vicino alla cultura ecclesiastica, Bagnasco oltre a spiegarci che l'evasione è uno scandalo e che c'è bisogno che la finanziaria non colpisca la famiglia, dovrebbe valutare quanto pesano le esenzioni fiscali per i beni immobili della Chiesa sul bilancio dello Stato», aggiunge Civati, ricordando di essere «da tempo impegnato in una campagna più generica per tassare gli immobili e detassare il lavoro, che calza a pennello per il ragionamento odierno sui beni del Vaticano».

Una posizione alquanto isolata all'interno delle forze politiche anche di sinistra. E di certo questa volta Civati non potrà contare nemmeno sul suo collega rottamatore Matteo Renzi, con il quale pure ha condiviso la battaglia di critica alla dirigenza del Pd. Il sindaco di Firenze, si sa, è di cultura cattolica. Ma Civati insiste: «Non è una questione di laicisti contro cattolici, io non tocco l'otto per mille e non mi addentro in Concordato e Patti Lateranensi. Da laico proveniente dalla cultura dell'Ulivo, io dico solo, senza alcuna strumentalità, che se il momento è tragico lo è per tutti, anche la Chiesa dovrebbe rendersene conto. E' come per la 'casta' della politica». Quanto a eventuali sensazioni di isolamento nel partito, «bisogna capirsi: se il momento è tragico, a mali estremi, estremi rimedi».

Staderini (Radicali): «Dimezzare l'8 per mille» - «La mia proposta è semplice: dimezzare l'8 per mille ed eliminare i privilegi fiscali, senza togliere un euro alle parrocchie ma solamente alle attività commerciali e alle iniziative politiche della Cei»: lo ha dichiarato il Segretario dei radicali italiani, Mario Staderini.
«Non mi sorprende che decine di migliaia di persone sottoscrivano su Facebook quelle storiche proposte Radicali che sino ad oggi è stato impossibile sentir discutere in televisione: quando sulla rete i cittadini si mobilitano per occupare i vuoti lasciati dai partiti, non serve a nulla gridare all'anticlericalismo o all'antipolitica. Occorre invece dare delle soluzioni a quanto viene chiesto», continua Staderini.
«Non è pensabile che in una manovra che taglia di tutto, comprese le spese per il sociale, l'unica cosa intoccabile siano i privilegi del Vaticano. La politica ha davanti due opzioni: superare il finanziamento pubblico, delle chiese come dei partiti, oppure nascondersi e baciare la pantofola, vaticana o partitocratica che sia», conclude il Segretario radicale.