19 aprile 2024
Aggiornato 13:30

Iran: Ayatollah Sanei auspica sconfitta Ahmadinejad

Necessario che la «situazione del paese cambi»

QOM - Il grande ayatollah Youssef Sanei, una delle massime autorità religiose iraniane vicino alla corrente riformista, esce dal suo riserbo e a pochi giorni dalle presidenziali del 12 giugno auspica una svolta alla guida del paese e la sconfitta del presidente Mahmoud Ahmadinejad.

Parlando dalla città santa di Qom, Sanei non fa nomi ma le sue allusioni politiche sono trasparenti. Senza citarlo è di qualcuno di molto diverso da Ahmadinejad che parla quando evoca la figura di un candidato «che non menta, che mantenga le promesse, che si impegni per ridurre la povertà, la disoccupazione, la diffusione delle droghe».

Precisando di non sostenere alcun candidato in particolare (ma le sue preferenze, pur non esplicitate, sono per l'ex premier Musavi), Sanei insiste nel disegnare il suo ritratto ideale: il presidente giusto per l'Iran, dice, non deve «essere mentalmente rigido, inflessibile» e del resto l'essenziale è che «cambi la situazione del paese» pur restando aderente «ai principi rivoluzionari dell'Imam Khomeiny«». Il problema, osserva Sanei, è che «alcuni loro aspetti sono cambiati sotto il nuovo governo» (cioè con Ahmadinejad) e questa, nel linguaggio misurato egli Ayatollah, è più che un'allusione ma una vera e propria condanna senza appello. E Sanei osserva come l'attuale governo abbia completamente sbagliato politica economica, usando male, e non per incrementare il benessere del paese, la grande «risorsa dei proventi petroliferi».

Infine, un'ultima nettissima presa di distanze da Ahmadinejad viene quando si arriva a parlare di Olocausto, definito «mito» o «grande bugia» dal presidente. Sanei è molto netto: «sono contrario a queste dichiarazioni. Non siamo storici, dovremmo dire le cose in modo diverso, in modo migliore».