29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Al via la stagione venatoria

Apertura caccia: Pratica inutile e dannosa alla società e all'economia

Per il ministero delle Politiche Agricole si tratta di una realtà economicamente importante per il nostro Paese

Oltre 700.000 cacciatori dovrebbero da domani 21 settembre imbracciare i fucili e cominciare a sparare in quella mattanza stagionale che viene chiamata stagione venatoria. Per il ministero delle Politiche Agricole si tratta di una realtà economicamente importante per il nostro Paese (45 mila posti di lavoro, 3.900 nella sola produzione di armi e munizione).

Siamo nel 2008 e ancora dobbiamo vedere i campi invasi da queste persone che, per il solo fatto di avere un fucile in mano, hanno il diritto di violare la proprietà privata ed entrare ovunque (art. 842 codice civile), calpestando anche il non calpestabile e rendendo di fatto insicure alcune zone. Una sorta di abdicazione del diritto di proprietà privata -che e' costituzionalmente protetto- di fronte a chi esercita la caccia, mentre lo stesso diritto rimane pieno di fronte a chi pratica ogni altra attività, anche più rispondente all’evoluzione della cultura e del costume, come l’osservazione degli animali selvatici.

Fra qualche giorno, se non domani, leggeremo di quelli che si sono sparati fra di sé, scambiandosi per lepri e cinghiali, come se già non ci bastassero tutti quelli che rimangono feriti e morti tutti i giorni sulle strade. Chi vive in campagna lo sa benissimo: dal 21 settembre la vita diventa un incubo e chi aveva scelto di vivere fuori dei centri urbani, si ritrova al centro di un campo di tiro, tra rumore e pericolo.

Se qualche cacciatore vi dirà che lui sostanzialmente va a caccia per farsi una camminata col proprio cane, non credetegli, vi sta prendendo in giro: si può fare una passeggiata, e la si fa meglio, senza fucile e senza sparare a tutto ciò che si muove.
Le motivazioni originarie della caccia (il procacciamento del cibo) non esistono più, per cui oggi e' solo una pratica violenta contro natura e animali, dove, alla giustificazione economica del ministero, possiamo semplicemente dire che per quei miseri numeri che ci vengono presentati con grande enfasi, sarebbe tanto di guadagnato per tutti trovare altro da fargli fare.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc